Spiritualità e Coaching: crescere da dentro.

La spiritualità è un argomento controverso e molto personale, ognuno ha una visione filtrata dalla propria esperienza e dalla propria concezione di Sacro.

Parlando di Crescita Personale, spiritualità e coaching sono ampiamente collegati in quanto la visione spirituale di ciascuno influenza, in maniera più o meno significativa, la visione della vita e il percorso per la realizzazione dei propri obiettivi.

Cosa hanno in comune?

Cosa c’entra la visione del Sacro nel percorso verso la realizzazione dei miei obiettivi?

Cosa può esserci di sacro nel realizzare di un progetto concreto e materiale?

Se la realizzazione dei miei progetti è una mia responsabilità, che senso ha cercare una motivazione trascendente (e quindi al di sopra dell’esperienza umana)?

È proprio il concetto di “motivazione” il filo conduttore che collega coaching e spiritualità!

Prima di analizzare il legame tra i due è sicuramente importante fare una distinzione tra spiritualità e appartenenza ad un credo religioso.

Spiritualità e religione sono due concetti che sembrano legati a doppio filo tra di loro ma non lo sono necessariamente.

Molte persone oggi vivono la propria spiritualità in maniera forte e significativa, pur sentendo di non voler appartenere ad alcun credo religioso.

La religione viene percepita da tanti come un fatto culturale, interessante e identificativo di una società, proprio come la lingua, le abitudini e le usanze, i costumi e le tradizioni di un popolo, ma niente di più.

La religione può essere considerata una manifestazione culturale e sociale di un sentimento comune legato al Sacro.

Può essere, e per molti lo è, espressione della spiritualità, nonché strumento per sentirsi legati a dei valori umani e sociali che altrimenti sarebbero messi in discussione da una vita sempre più complicata e difficile da comprendere.

Nella religione alcuni trovano conforto e forza, risposte e fiducia incondizionata, trovano motivazione e, spesso, nei momenti di dolore e difficoltà rappresenta l’unica strada, l’unica risposta, l’unico rifugio.

La religione da risposte, indica una via, per molti è un faro nelle tratte buie della vita.

È sicuramente un un prodotto culturale e sociale che viene dall’esterno dell’individuo e gli indica un modo di percepire la Vita.

La Spiritualità porta domande, nasce da un bisogno individuale dell’Uomo: cercare il Senso della Vita e tutto quello che ad esso è collegato.

Può essere, ed è, sempre più svincolata dalla visione religiosa e trascendente di una Vita oltre la Morte, o da un beneficio che riceveremo, in un’altra vita, da qualcosa/qualcuno che ancora non sappiamo bene identificare.

Io cerco di dare un senso della Vita e la mia Vita ha il senso che io le ho attribuito.

Spiritualità significa percepire la sacralità della Vita anche in una visione umanistica, legata alla trasformazione dell’Uomo in quanto specie in evoluzione.

Significa credere che oggi la mia Vita è sacra.

È sacra la mia esperienza umana in quanto parte di un percorso collettivo/sociale di evoluzione.

Il Sacro si riesce a trovarlo anche e soprattutto nella quotidianità, nel qui e ora.

È sacro l’impegno di ogni giornata, lo sono le mie emozioni, le mie difficoltà e le mie conquiste, il contributo, in termini di esperienza e crescita, che do al mondo. È sacro perché io lo reputo tale e lo vivo anche in funzione di un futuro in cui, ciò che avrò realizzato, sarà un beneficio collettivo in termini sociali ed evolutivi.

Questa è la visione spirituale di chi, pur non legandosi ad alcun credo religioso, continua a credere nella sacralità della Vita e nell’importanza di costruire un mondo migliore prima di tutto sulla Terra. Non per timore/rispetto/omaggio ad un ipotetico Dio che verrà un giorno, ma perché sente giusto legare il Senso della Vita ad un benessere collettivo, all’evoluzione della nostra specie, intesa come realizzazione di un mondo migliore.

La spiritualità è un fatto individuale, a cui ciascuno da la risposta che ritiene più adatta.

È qualcosa che sta dentro di noi e cerca la via per esprimersi al meglio nella nostra vita.

Ed è così che si scopre che molti atei hanno una spiritualità forte, significativa, motivante e confortante, al pari di tanti credenti.

La Vita stessa nella sua umanità e imperfezione può e deve essere considerata Sacra.

È in questo contesto che la crescita umana, la ricerca di uno stato migliore e l’evoluzione sociale possono essere interpretate come l’approdo ad una nuova vita, illuminata da nuove consapevolezze e conoscenze diverse da quelle che abbiamo oggi.

Ed ecco che si apre la porta che collega il Coaching alla Spiritualità.

Intanto entrambe portano domande e non risposte, che invece sono personali e differenti in base all’esperienza individuale.

In secondo luogo si focalizzano sui valori che desideriamo realizzare dall’immediato (il nostro qui ed ora) per partecipare ad una crescita collettiva che punta al lungo periodo (il miglioramento della condizione umana).

Nel momento in cui vivo la mia crescita e la realizzazione piena dei miei progetti come bene collettivo e crescita sociale, nel momento in cui vedo in ogni mia esperienza quotidiana un momento necessario all’evoluzione e mi sento parte di un sistema sociale in crescita, riesco a dare senso alla mia vita e a percepirne la sacralità.

Nel Coaching, la Spiritualità è un aspetto importante.

Di solito questo aspetto è legato allo Scopo del nostro percorso; al perché, alle motivazioni, agli ideali, ai valori e alla visione che abbiamo della realtà che vogliamo realizzare, alla visione del Mondo che vogliamo costruire.

Fin dalla partenza in un percorso di Coaching ci poniamo davanti delle domande significative, osserviamo intimamente il nostro IO, la nostra relazione con la Vita.

Chi sono? Cosa voglio realizzare? Perché? Come credo che questo possa migliorare la mia realtà?

La Spiritualità porta domande, le risposte bisogna trovarle da soli, in una religione, in un ideale, in una visione della Vita che sia di valore per noi e per la società.

Nadia

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