Crisi, un crollo su cui ricostruire

La parola “crisi” richiama alla nostra mente qualcosa di non positivo, un problema, un grosso intoppo in un percorso mediamente lineare.

Soprattutto nella cultura occidentale, in cui errore e fallimento vengono percepiti come negativi e non come necessari all’apprendimento, alla crescita e al miglioramento, la parola crisi richiama una sensazione di profondo smarrimento e paura.

Si ha paura davanti a una crisi del mercato, a una crisi di coppia, a una crisi individuale che ognuno di noi affronta, durante la propria esistenza, più o meno consapevolmente.

Eppure, se ci soffermassimo ad analizzare la parola “crisi” troveremo molti significati positivi.

Crisi” deriva dal greco “krisis”, “scelta” e dal verbo “krino”: “separare”, “cernere” o, in senso lato, “discernere”, “giudicare”, “valutare”.

Pensiamo ad un muro. La frattura è una crepa che mette in evidenza la parte più fragile della struttura e non reggendone la forza e il peso alla fine cede, facendo si che tutto crolli. Cosa ha causato questa frattura?

Dove c’era una debolezza si è creata una crepa che ha evidenziato la criticità della struttura e, non reggendo, ha provocato la caduta, la crisi.

In ogni situazione, il momento della crisi, porta alla luce le criticità, le debolezze di un sistema che, a lungo andare, producono un crollo e la necessità di ricostruire tutto, eliminando le debolezze, migliorando e costruendo qualcosa di nuovo.

La crisi evidenzia le debolezze offrendo così la possibilità di migliorare ed evolvere.

A me la parola “crisi” piace, la trovo viva e, mentalmente, la associo all’immagine del Kaos dal quale tutto può essere ricreato.

Certo la crisi ci smuove, ci scaraventa fuori dalla nostra zona comfort fatta di situazioni conosciute, comode, familiari, per porci davanti all’ignoto, al rischio, alla possibilità di fallire. Fa paura.

Ci mette, però, davanti alla possibilità di reinventarci, tenendo ciò che di bello e buono abbiamo in noi e gettando via ciò che è pesante e superfluo, ciò che non ha funzionato e che forse ci ha condotto a questo punto. Questa è la fase del discernimento. È necessario scomporre e scomporsi, analizzare valutare e comprendere. È necessario conoscere e conoscersi, valutare pro e contro di sé stessi e dell’ambiente circostante.

Certamente affrontare una crisi è sfidante, e ci mette di fronte ai nostri limiti ma fa emergere anche le nostra capacità e gli strumenti che abbiamo a disposizione per affrontare la situazione nel migliore dei modi.

Per me le crisi sono un viaggio alla riscoperta di sé, qualsiasi ambito della vita coinvolgano. Ogni volta che affronto una nuova crisi, (che ormai vivo come un altro gradino da fare nella mia crescita personale), dopo il momento in cui realizzo cosa mi sta succedendo, mi ricordo di averne vissuto tante altre e che ogni volta ne sono uscita più forte e sicura. Mi rimbocco le maniche e senza farmi troppe domande sul come e perché sono arrivata in quella circostanza, cerco di capire quale è la situazione presente, cosa non va e come vorrei che fosse. Mi chiedo dove voglio essere e come posso fare per arrivarci.

Capire cosa non ha funzionato è importante solo una volta fuori dal Kaos, quando, a mente lucida, si dovranno valutare gli errori da non commettere più. Nel qui e ora del pieno della crisi è importante porsi le domande giuste:

  1. Cosa posso fare io per uscire dalla crisi?
  2. Cosa è necessario abbandonare, lasciare dietro/ alle spalle?
  3. Cosa ho a disposizione per affrontare la sfida nel migliore dei modi?
  4. Quale è il primo obiettivo da raggiungere per mettere ordine nel Kaos?

La crisi porta inquietudine, smarrimento e paura, ma solo nel momento iniziale.

In seguito, una volta stabilite le priorità e gli obiettivi, valutati i pro e i contro, ci si ritrova talmente impegnati a ricostruire una nuova versione di se stessi, della propria coppia, dell’attività aziendale e, perché no, della società stessa, che la paura lascerà il posto ai progetti, agli obiettivi, alle azioni da compiere per crescere e non avrà spazio e tempo nelle nostre giornate.

Possiamo considerare quindi la crisi come una condizione necessaria agli esseri umani, alle aziende, a tutta la società.

La crisi è una costante nella storia dell’evoluzione umana.

La crisi è l’ostacolo da affrontare per raggiungere la prossima tappa della crescita, dell’evoluzione.

Più grande sarà la crisi da affrontare, maggiori saranno i cambiamenti richiesti e maggiori i benefici una volta superata.

È quindi evidente che, per affrontare la Crisi, è necessario un profondo cambiamento, a partire da noi stessi, dalle nostre famiglie e dalle nostre aziende, per evolvere economicamente e socialmente e fare un passo avanti nella storia dell’evoluzione umana.

Nadia

20/04/2020