“Un tuffo nel passato prossimo”
“Ciao Nadia. Si, è vero dovremmo rallentare, ma non siamo mai stati abituati a farlo e quindi è difficile farlo ora. Personalmente quando mi sono dimenticata la macchina parcheggiata in seconda fila per una notte, con i lampeggianti accesi, e poi la mattina mi è stata portata via dal carro attrezzi, mi sono resa conto che stavo correndo troppo e che forse era il caso di fermarsi prima di finire male, la mia mente nn ce la fa a ricordare tutti i vari impegni e il rischio poi è di star male, mi sono detta. Riflettendo su cosa ci ha lasciato la pandemia, trovo che il vero anno massacrante sia stato questo, almeno per me, nn il 2020, non il 2021, ma il 2022, motivo: nel 2020 c’è stato il lockdown ed eravamo tutti a casa, quindi, bene o male chi era a casa era “protetto”, anche se il mio trauma è stata la non ripartenza della scuola, dopo quei famosi 15 giorni. A settembre 2020 la mia vita lavorativa è ripresa, come anche la vita sociale, ho iniziato ad apprezzare i piccoli incontri, le cose in presenza, ma anche le cose online che sono continuate per parecchio, direi fino ad averne la NAUSEA, non so come ho fatto, ma sono riuscita a frequentare un corso ABA online, ora non ci riuscirei. Ad ogni modo l’anno scolastico 2020/21 è passato senza grossi intoppi, senza chiusure e malanni, cosa che non è successa nel 2021/22. Ti sto parlando solo della scuola, se vado a vedere la mia vita privata mi accorgo che il primo malato di Covid, che poi purtroppo morto è stato il proprietario della mia palestra, Maestro di karate e maestro di vita per quanti praticano le arti marziali, un colpo per tutti. Da allora, è cioè da ottobre 2020 ho iniziato a sentire di persone a me vicine che si ammalavano, poi la cosa si è interrotta per un bel pò di tempo per fortuna. Quest’anno invece, è ti parlo di anno solare, da gennaio in poi, io mi lamentavo perché ho passato natale e capodanno lontano dalla mia famiglia ed in solitudine ma forse nn mi sarei lamentata così, se avessi solo leggermente intuito cosa sarebbe stato gennaio… gli altri anni sono stati particolari pertanto, ma negli altri anni non ci sono state quarantene di classe, nessuno dei bambini si è ammalato, e soprattutto nessun genitore è morto. A gennaio purtroppo un genitore della mia classe è mancato sempre a causa de Covid. Sono stata male, malissimo per questa morte e ho iniziato a superare il malessere parlando ai bambini delle emozioni e dell’ importanza che hanno nella nostra vita. Grazie Na”
“Intanto grazie a te, per questa condivisione e apertura, carica di emozione e, spero, un po’ liberatoria.
Purtroppo il Covid ha lasciato, e continua lasciare, tanti segni e ha modificato il nostro modo di percepire la vita… ci siamo resi conto di essere fragili e passeggeri, e, anche se ancora tendiamo a far finta che sia tornato tutto come prima, siamo più carichi di paure e di ansie. Io personalmente però non vorrei ritornare al come prima, credo che rendersi conto della fugacità della vita sia una delle consapevolezze che ci aiutano a vivere appieno ogni istante a godere delle persone, delle esperienze e della nostra quotidianità, così scontata e routinaria ma che, nel momento in cui ci è mancata, ci ha fatto comprendere come niente sia così scontato. Purtroppo questa consapevolezza costa cara ed è per questo che è così preziosa… dovremmo capirlo alla prima e invece ogni volta ci sbattiamo la testa e ci fa male. Ributtarci nella vita doveva essere una rinascita, un’ opportunità per rinnovarci e rinnovare la società e invece purtroppo la necessità economica ha preso il sopravvento sulla necessità di rivedere le nostre abitudini. Ovviamente “guadagnare la pagnotta” è necessario ed essere produttivi è una necessità, non solo economica ma anche sociale.
Possiamo e dobbiamo comunque trovare un equilibrio tra le necessità economiche e il nostro benessere, possiamo scegliere come vivere e fermarci ad ascoltare ciò di cui abbiamo bisogno. Rispettare il nostro corpo e la nostra mente deve essere la prima priorità anche in funzione della produttività. Se il corpo manda segnali è meglio ascoltarli perché inizia con quelli più lievi e dobbiamo essergli grati quando ci avvisa che stiamo esagerando.
Credo che trovare un equilibrio nuovo sia una necessità per tutti e sono sicura che potrà portare benefici all’intera società, anche a livello di produttività.
Io parto dalle mie priorità e dalle mie possibilità… fino a che punto sono fedele a me stessa ? Al mio corpo? Alla mia persona… sono sempre più convinta che il rispetto per sé stessi sia la miglior bussola per orientarci nel nostro percorso di vita… in ogni occasione.
Tu che lavori con i bambini hai veramente la fortuna di imparare insegnando, e di attingere forza e amore per la vita dalla loro compagnia.
Seguire il loro esempio ci aiuterebbe a vivere con più leggerezza.